Apro il cielo dalla finestra

Non è vero che i giorni sono tutti uguali, neanche quando la vita è la stessa. Per tutti esiste un giorno diverso. Il giorno della nascita. Il giorno della morte. Il giorno del primo amore. Il giorno del primo divorzio. Il mio giorno diverso è quello in cui ho cominciato a scrivere. 
Non avevo mai scritto prima. Non ricordo se in alto ci fosse il sole o la luna né cosa stessi facendo, però dovevo essere straordinariamente matura quel giorno. Ed è stato come nella stagione del raccolto. Ho preso il meglio di me. 
Un giorno ho cominciato a scrivere. Non ricordo di che umore fossi. Di che umore bisogna essere per scrivere? Agli uccelli domandereste di che umore sono quando migrano? Essi migrano perché ad un certo punto sentono di doverlo fare. Devo partire pensa l'uccello in testa. Ho spiccato il volo. Ho cominciato a scrivere. 

Apro il cielo dalla finestra. 

Ho cominciato a scrivere in autunno, sono passati due anni. Sono passate persone, nuvole, giornate, io continuo a scrivere. Penso che smetterò il giorno della mia morte. Il primo giorno che ho scritto è stato come se avessi respirato per la prima volta. Il mio primo respiro. Avevo aperto la mia finestra interiore. Poi è arrivato anche il primo sospiro il giorno che ho creduto di non sapere scrivere. Succede, quando si cambia, di non credere più alle cose vecchie ma neppure a quelle nuove.

Quando si cambia è un'altra stagione.

Ho cominciato a scrivere in autunno, sono passati due anni. È estate. Leggo soprattutto libri di poesia. Leggo libri di filosofia e il filo del mio ragionamento si è fatto più sottile e tortuoso di un pelo sull'epidermide. Sono passate persone, nuvole, giornate e tutte quelle cose della vita che normalmente tendono a passare davanti a una finestra. Il resto, se pensiamo che esista e non lo abbiamo visto, sarà sicuramente passato altrove, dove c'è un'altra finestra e una persona dietro di essa. E un altro modo di vedere e di pensare. 

Non sono molto brava a parlare di me. Sono appassionata di poesia e scrivo prevalentemente poesie. Scrivere racconti è faticoso per me. Comunque ho appena finito di scrivere un racconto breve. Questo. E parla di me. 

Come in ogni storia, c'è una morale anche in questa: se si convince di essere un verme, un dito o scava la propria buca o scrive un racconto su un viaggio fantastico al centro della terra. 

Come un verme
morì un dì, toh!

Frammento (IV)

IV

[Il sepolcro] 

Non so 
se il cielo ascolta
ma la terra sì 
e s'apre
e tutto tace

Frammento (VIII)

VIII

Apri la porta 
Sono sulla soglia 

Apri le labbra 
con me

all'unisono

S'affaccia il tuo 
al mio respiro

Siamo pronti
a cambiare ritmo


Frammento (XXI)

XXI

Dalla tavola
al letto
portiamo il pasto 


Ti piace la carne? 
io sono insaziabile

Frammento (XIV)

XIV

[A Enrico Ratti] 

                           non ti sei fermato 
              sorvolato 
Hai volato

La mia aria è piena
di lussuria 

di ossessione del volo

Torna indietro ed amami

Frammento (IX)

IX

Sorvoliamo

sul tuo passaggio

(un getto) 

Bevo

al tuo volo

di uccello, 

volato via troppo presto

Frammento (VII)

VII

Morivi
dopo avermi amato

mollissimo nel letto
come fosse domenica

quando il ventre riposa
e nella piazza

lo struscio è fermo

Frammento (XVI)

XVI

Aspettami
In alto il sole o la luna

Sulla soglia
slaccerai le mie vesti
nell'abbraccio

Stuzzicandoci
di gradino in gradino

saliremo
alla stanza. Di lì in poi

la porta sarà chiusa
E in alto il sole o la luna

Frammento (XV)

XV

Baciami
Accalorami
Dissetami poi
come la terra che vai arando