L'eros alla maniera di Junger

Gli orologi tacciono. Le bocche si fanno delle promesse e delle offerte. Il respiro si stacca dall’io ed 
Zahra Saberi, 2017
entra nell’infinito. Come una fiaccola la carne. È l’eros alla maniera di Junger.
Il vino degli amanti carica di ebbrezza le bocche, calici aperti alla gioia.
L’eros è l’aspetto prelibato della vita: la messe del godimento giace raccolta da un unico, selvaggio sorso. Quale migliore immagine sensoriale!
Junger è il filosofo esteta che lascia i sentieri battuti e va incontro al “diluvio di apparizioni sensuali”, attraversa il bosco nero del pudor borghese spogliandosi di inibizioni  ed uscendone correndo con  spirito furente e nudo.
Così l’uomo di Junger: ama apertamente, in piena vita; taglia le briglie delle convenzioni sociali e si lancia allo stremo dell’infinito. Nessun organo cederà alla fatica prima di raggiungere l’oasi, il corpo virile risponde colpo su colpo all’invito della donna.
Ma Junger è anche il filosofo pratico che ha combattuto e che scrive senza lirismi “soldati e ragazze: un’accoppiata vecchia come il mondo”.
Egli solleva le parole come solleva il lenzuolo e ci indica un eros mostruoso il cui atto è “spaventosamente meccanico come la guerra stessa”: impaziente di deflagrare, un flutto schiumoso che irrompe detonando nella cavità della femmina e procedendo con lo stesso ritmo martellante del fronte. Nessun profumo di donna, solo l’odore acre di una civiltà in decomposizione. È l’eros alla maniera di Junger al tempo della guerra.
Due vittime, due brandelli di vita adagiati su un tavolaccio in pose strazianti e smorfie cadaveriche. Non c'è tempo per frammentare il godimento in dolci porzioni. È lo svolgimento della “natura bestiale di un pasto”. “E quando la presa d’acciaio affondava nella carne bianca, si levava una risata ubriaca”.
Non tutti però allungano bestialmente il collo e la mano sulle sconosciute. C’è anche un essere rimasto umano che illumina la sua ultima notte al chiarore vellutato della pelle intatta  della sua prima amante e poi, domani, finirà “sotto la grandine dei proiettili con i baci ancora tra i capelli”.

(pubblicato su www.electoradio.com/mag)